E poi succede.
Sei lì che leggi, post vari, sorrisi e a volte risate vere, riflessioni, malinconie, interesse e tutto il corredo di sensazioni che si porta dietro leggere qualcosa di buono.
All’improvviso, inaspettate, parole che sento come mie.
Una persona che sente qualcosa di simile a me, che parla con voce chiara, che alza la testa al di là della nebbia per guardare cosa c’è oltre, che non ha voglia di restare ad occhi chiusi.
E mi viene voglia di dire grazie.
E mi sento meno sola.
a volte questa grottesca realtà virtuale, in cui ci si incontra senza incontrarsi, ci si parla senza conoscersi, assume un senso, vero? magari un po’ alla volta smetteremo di usarla come un nascondiglio e diventerà solo un canale, un amplificatore di segnale per le nostre voci.
un nascondiglio… forse a volte serve, per fermarsi al buio a riprendere fiato prima di tornare fuori e riprendere la lotta. Altre volte cercando un nascondiglio si trovano strade nascoste, che portano in luoghi inimmaginati. A me, forse, oggi è successo questo: cercavo una sosta e ho trovato una strada.
che bella immagine. speriamo che questa strada conduca in qualche posto. ma se anche così non fosse, l’importante è percorrerla.
I grazie vanno detti. Magari arrossendo, magari dopo aver fatto un grosso respiro. Ma vanno detti.
Lo penso anche io. Credo che se imparassimo tutti a dire grazie, anche a costo di sembrare sciocchi o eccessivi, potremmo fare un passo verso un modo diverso di comunicare. Forse riusciremmo a parlarci a cuore aperto, ad esprimere quello che pensiamo liberandoci dalle sovrastrutture che ci tengono prigionieri.Forse…
Meno forse. Meno auspici. Iniziamo a farlo 🙂
Ci sto!