“Piangi?”
No, io non piango.
Io soffoco e urlo.
Io stringo i denti e sanguino.
Io guardo cercando di vedere. Vedere tutto. Anche quello che non vorrei.
Io penso, non smetto mai di pensare. Mi interrogo e ricerco e mi sforzo nel tentativo di comprendere.
Io inseguo la logica, ma lei mi sfugge come sabbia tra le dita.
Io cerco la coerenza, tento di rimanere fedele a me stessa o almeno a ciò che suppongo essere. Suppongo perché non so, fino in fondo, fino alla radice.
Io cammino. Scavalco ostacoli e mi fermo ad accarezzare chi non può seguirmi.
E infine, solo alla fine, io piango. Per quello che avrei voluto fosse, per quello che è stato, per quello che non sarà.
Per quello che è, io piango.
Ciao, senti, non so come dirtelo, ma ti avrei nominato per un Award, si lo so lo so….preferiresti sederti sulla poltrona del dentista, ma a differenza sua, almeno questo è gratis… Se puoi, un giorno, perdonami.
Davvero?!? Provo un certo timore all’idea di affrontare il dentista, lo ammetto! Qualsiasi cosa sia sei perdonato!
L’ho riletto, bellissimo.