La pelle, calda e scura.
Sentirsi stringere dalle tue braccia forti.
Il cotone sottile e l’acqua salmastra.
Le vite parallele ed i buchi neri che si rincorrono.
Gravitarsi intorno, come pianeti su orbite diverse.
Una collisione, che non doveva avvenire.
Scie di stelle cadenti che bruciano a contatto con l’atmosfera sullo sfondo nero del cielo.
Ridere di noi.
Ciglia lunghe come aquiloni.
Una libertà rubata che non ci è concessa.
Voglia di lasciarsi tenere, di rimanere immobile a respirare incontro a te.
La consapevolezza che cede il passo, si ritira e vorrei trattenerla.
Qualcosa che nasce dentro, dissotterrato dall’infinità del tempo.
Un cuore che si affaccia a vedere la luce da uno spiraglio, sotto i cumuli di macerie che l’hanno sepolto.
Tentare di ricacciarlo indietro, sentire che spinge, pensare che non è possibile, stupirsi del fatto che lo sia.
Io non posso cullarmi nella tua assenza.
Mi manchi.