Così, alla fine, ho ritrovato quella password dimenticata nei meandri del tempo.
Pensavo non mi interessasse più, ma qualcosa si muove o torna a galla.
Adesso lei ed io lavoriamo spesso insieme e tutto è sereno, come se nulla fosse accaduto. Eppure tutto è accaduto. Lo so io, lo sa lei e lo sai anche tu.
Torno sistematicamente a cercare le tue pagine, le tue parole belle e quello che nascondono tra le pieghe. Mi domando ancora come stai.
Penso ai lividi che ci siamo lasciati addosso. Chissà quanti te ne ho lasciati io. Io i miei li posso contare, vederne il giallo tinto di viola.
E no, non ci sono venuta a quella birra per caso, ma non me ne pento.
Non aveva senso. Non lo ha ancora adesso.
Però sento ancora le cicale, guardo avanti e torno indietro e soffio via la polvere da quello che avevo e che ho lasciato in una scatola chiusa, sepolta sotto il mare del tempo, dimenticata eppure presente.
Così ho ritrovato quella password, alla fine. E’ riemersa dagli abissi della memoria perché era sempre stata lì e non poteva andarsene davvero.
Adesso posso di nuovo usarla.