QueLLo cHe PoTeVO

E poi siamo lì e tu sei bella, con i tuoi occhi mobili ed il sorriso un po’ tirato; mi appari fragile, un qualcosa di prezioso da maneggiare con cura. Ho pensato molto a come sarebbe stato ed ora che ci siamo vorrei che la mia presenza ingombrante si alleggerisse. Ti muovi negli spazi risicati che ti lascia, rasente ai muri, discreta. Io mi schiaccio contro il mio lato di parete, ma non basta. Allora mi allungo verso di te, ti includo nel mio spazio cercando di rispettare il tuo, sperando tu capisca questo modo di disperdere i confini ed è così. Sorridi leggera, accetti lo scambio, ti protendi un po’ verso di me e mi sembra che i tuoi occhi si alleggeriscano ed i tuoi spazi si allarghino. Adesso ti muovi più sicura, sorridi di più, parli con scioltezza. Mi spiace di essere stata lì, di averti reso le cose più pesanti; mi spiace che tu sia stata costretta a sopportare il peso della mia presenza, anche se non dipendeva da me. 

Sei stata brava, io ho fatto quello che potevo.

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